IL RISSÊU

 

Rissêu

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(pronuncia rissò con la o francese di parbleu)
 

è il nome genovese del ciottolo, il sasso arrotondato

trascinato dalla corrente di un ruscello oppure

dalla risacca della spiaggia.

Il nome è onomatopeico,

connesso alla radice sanscrita *re / *ri  del greco s-*re-v-o,
reo, scorro;   rytós, ruscello;   rythmós, corrente;   lat: rivus, rivucellus, che ha dato in italiano ruscelloe in francese ruisseau, da cui probabilmente il ligure antico.

 

 

 

 

 

 

ma rissêu è anche il nome genovese (e, con piccole varianti, anche ligure) dell’acciottolato, cioè di una pavimentazione in mosaico di ciottoli, lasciando sottinteso il termine “astrego”, lastricato.

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Ovviamente con questo nome si intende quel tipo particolare di mosaico di ciottoli che si è sviluppato nella nostra regione a partire dal 1400 circa fino alla metà del ’900, con momenti di particolare fortuna tra il 1700 e il 1800, legato al paesaggio, agli spazi dei sagrati liguri, agli specifici materiali naturali presenti nelle spiagge, alle caratteristiche della religiosità popolare e della tradizione nobiliare.

La tecnica del mosaico di ciottoli è antichissima ( vedi le origini ), e si è sviluppata in particolare in Grecia tra il V e il III secolo, per poi trasformarsi a poco a poco nella tecnica del mosaico a tessere. Nei secoli successivi  ancora sono stati realizzati acciottolati, ma in modo discontinuo e spesso naif, nell’area del mediterraneo – in particolare in spagna e ancora in grecia -e qualcosa anche nella città di friburgo,  ma niente di paragonabile alla rinascita ligure, un fenomeno che per complessità, ricchezza grafica e varietà di utilizzo non ha uguali al mondo.

Ancora oggi per fortuna sono decine e decine le testimonianze di questa tecnica, sparse per tutta la liguria, da ponente – compresa la zona di Mentone – a levante, sia sulla costa che nell’entroterra, con differenze tra zona e zona per i materiali utilizzati (vedi i materiali ). 

Nelle pagine di TESORI DELLA LIGURIA cercheremo di dare una documentazione il più possibile vasta ed approfondita delle varie realizzazioni, una gran parte delle quali meriterebbe, neanche a dirlo, di essere valorizzata sia culturalmente che turisticamente ( e basti anche solo l’esempio della certosa di Rivarolo…).

 

Rissaiêo

è il nome dell’acciottolatore, lo straordinario mestiere che abbiamo la fortuna di esercitare (meno di quanto vorremmo, ahimé…)

Nonostante il livello eccelso di alcune opere il lavoro dell’acciottolatore, come quello di qualunque artigiano, era al servizio della comunità e non ha mai avuto un rilievo individuale:  sembra piuttosto prendere forza proprio dalla sua umiltà, quasi che il suo scopo sia di nascondersi, come se le pietre da sole avessero creato i disegni e le piazze…

                                   ”Chi perfeziona la propria natura è simile all’uccello che canta spontaneamente e si identifica con l’universo.                      
                                                Così esso appare ignorante e oscuro: raggiunge la virtù profonda e si inabissa nell’armonia universale.”                        
                                                                                                                                                                                                                                                            Zhuang-zi
 

NOTA:            In piemontese l’acciottolato è denominato  sternia   e l’artigiano sternighìn;

In lombardo si chiama  rizzada  (e nel vostro dialetto? contattatemi!)

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