Quando Don Pietro mi ha chiamato per sapere se si poteva fare qualcosa per questo piccolo sagrato, ormai quasi coperto di erbacce e con molte zone di ciottoli quasi liberi, non sapeve che mi stava facendo un grandissimo piacere: dare un senso pratico immediato alla mia passione e alla mia esperienza, soprattutto in un periodo in cui il lavoro era preoccupantemente scarso…
Ma non sapeva neanche che per trasformare completamente questo antico e umile tappeto sarebbero stati sufficienti due giorni di lavoro (in due) più qualche ora preliminare per biocida e diserbante, e che quindi la cifra necessaria per la pulizia sarebbe stata più che modesta…
L’insidia più grande, quando un risseu è coperto di vegetazione, è che fino alla completa pulizia non si può sapere quanto le varie zone della pavimentazione siano salde oppure sconnesse e instabili: in questo caso la fortuna è stata dalla nostra parte, perchè la dimensione piuttosto grossolana dei ciottoli, confitti – sembra – nella semplice terra (o eventualmente in una malta magra ormai completamente degradata, si tratta probabilmente di un manufatto di metà ‘800), ha fatto si che la perdita di materiale fosse quasi insignificante, e le apparenti mancanze fossero solo infossamenti riempiti di sporco nel tempo…
Quindi, a parte il diserbo e un accurato lavaggio, si è strattato solo di “risollevare” le zone infossate (ad esempio tutta la striscia adiacente al primo gradino), con integrazioni di materiale davvero minime. Il risultato è in questa foto
che non rende bene il cambiamento, in quanto fatta di corsa, già col primo buio, con zone ancora umide di irrorazione e altre con piccole riprese di malta sulla striscia cementata…
E proprio questa brutta striscia cementata potrebbe un giorno sparire, per ridare al semplice, minuscolo ma dignitosissimo sagrato tutta la sua originale armonia – e a questo punto occorrerà un progetto, da far visionare e approvare dalla Sovrintendenza…
Don Pietro, che ne dice?
Luca Riggio