La Grotta Doria è una delle tante eccellenze di Genova poco conosciute al grande pubblico, pur essendo assolutamente unica nel suo genere.
Risale ben al 1545, ed è stata ideata da Galeazzo Alessi.
Era un tempo inclusa nel grande giardino del Palazzo del principe Doria, ma adesso si trova separata, surrealisticamente inglobata un palazzo ottocentesco…
Lo spazio, non grandissimo e di forma ottagonale, è completamente ricoperto di minuti frammenti di materiali diversi, che vanno ad ornare e a colorare gli altorilievi della volta e delle pareti
le scene raffigurate sulla volta sono legate alla mitologia greca e al mare: Europa, Deianira, Polifemo, Poseidone, Galatea…
mentre le nicchie sono occupate da divintà fluviali
ma la vera unicità di queste pareti non sta nella mano di chi ha realizzato le figure (che dal punto di vista stilistico sono un po’ grezze e impacciate – forse nate per essere intraviste nella penombra) bensì nella straordinaria e incredibile ricchezza e varietà del rivestimento, che non risparmia nemmeno un centimetro delle elaborate statue, colonne, modanature, fontane, pilastri e nicchie…
per la maggior parte si tratta di conchiglie, spesso messe per il verso che da nuove doveva essere iridescente
poi ci sono terracotte smaltate di vari colori, coralli, ciottoli, quarzi e altri minerali, il tutto in una sorta di ubriacatura goduriosa che riscatta il kitsch del decorativismo per diventare puro sogno
Spero che queste immagini siano di spunto ai mosaicisti “polimaterici”, anche se simili materiali oggi sono di difficile e costosissima reperibilità: io, di per me, dopo aver goduto di questo sfoggio di ricchezza, torno volentieri all’essenzialità dei miei umili ciottoli bianchi e neri…
Luca Riggio
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