portare a modulo
stondare
posa a strisce
finitura a 45 gradi
corone
bordo curvo
Per un profano e per un principiante la difficoltà nella posa del mosaico consiste nell’accostare i fogli tra loro senza che si vedano: questa è certo una cosa importante, ma in realtà viene presto acquisita in automatico, e l’attenzione deve essere posta invece su altre cose, che sembrano trascurabili oppure proprio non si vedono, eppure son quelle che più di tutto fanno la differenza tra una posa approssimativa e il lavoro di un professionista: il prima e il dopo, cioè LA PREPARAZIONE e i particolari di FINITURA.
LA PREPARAZIONE
Che il fondo su cui si va ad attaccare il mosaico debba essere perfettamente planare e, nel caso di mosaico vetroso -quindi più o meno trasparente- anche bianco, è abbastanza ovvio.
Meno ovvio è che bisogna curare molto bene gli spigoli, che devono essere precisi e dritti, e anche che -siccome non è bellissimo vedere tessere tagliate- bisogna portare il più possibile le superfici “a modulo” , ovvero fare in modo che la parete, o il muretto, o la nicchia, o il bancone, ecc… cominci e finisca proprio dove comincia e finisce una fila di tessere.
LA STONDATURA DEGLI SPIGOLI
Questo accorgimento è indispensabile per i gradini delle piscine, che possono essere scontrati con i piedi, è sempre indicato anche per i muretti e le sedute -sia delle piscine che delle vasche o altro- per questioni di sicurezza e di comfort, ed è raccomandato in tutti i casi in cui la plasticità del mosaico può arredare in modo più interessante della razionale geometricità degli angoli – a questo proposito il massimo è rappresentato dal doppio stondo, cioè una doppia curvatura che crea volumi sempre organici e sensuali…
POSA A STRISCE
La posa a strisce segue e sottolinea le curvature della superficie, ed insieme alle stondature è la modalità migliore per esaltare la plasticità delle superfici e del mosaico; è ovviamente la posa delle sedute di panche curve e delle pedate di gradini curvi, ma è indispensabile anche per raccordare pareti curve e fondo di vasche o piscine; in pratica, a parte il mosaico artistico vero o proprio, è la modalità con cui si può rivestire qualunque volume architettonico, fino a diventare ornamento essa stessa, come si vede negli esempi più in basso:
LA STRISCIA A 45 GRADI
Questa finitura, oltre ad raccordare armonicamente le superfici orizzontali con quelle verticali – ed eventualmente anche due verticali ad angolo tra loro) è anche un ottimo modo per nascondere il bordo delle tessere tagliate in tutti quei casi in cui portare a modulo un’area è impossibile oppure molto difficile:
CORONE INTORNO AGLI INSERTI
Quando gli accessori sporgenti dai muri delle piscine (bocchette varie, scarichi, luci, ecc…) o di qualunque altra situazione non hanno una corona o una placca di finitura, oppure c’è ma è troppo piccola per poter essere sicuri che nasconda tutti i tagli necessari, è il momento di “coronare” l’inserto:
BORDO CURVO
Se, per indicazioni estetiche, il rivestimento di mosaico finisce con una linea curva, è decisamente opportuno evitare il taglio a vivo, anche nei casi in cui fosse prevista una finitura di altro tipo (bordo di alluminio, di ottone o altro). Se un taglio deve comunque rimanere a vista è meglio, perché risulti meno visibile, che sia all’interno della superficie del mosaico: si otterrà così anche il risultato di gestire più morbidamente e controllatamente la curvatura del bordo stesso:
Ovviamente questi sono solo i principali tra gli accorgimenti che permettono di dare al mosaico tutto il valore che merita: altri si studiano al momento, situazione per situazione, e altri ancora… restano segreti!