mosaico trencadis piastrelle e pietre

Un giorno passo dal marmista e vedo un mucchio di scarti… penso: mi piacerebbe usarli!

magari con le grafiche radiali che mi piaccioni tanto…

e poco tempo dopo mi chiama il mio carissimo amico Lucio Diana per propormi di creare insieme un grande mosaico

per una tomba di famiglia in un cimitero del Torinese… ma dev’essere una tomba speciale, artistica, creativa, allegra!

La committente aggiunge un’indicazione: le piace molto Chagall.

Delle immagini che guardo mi colpisce un sole giallo, rosso e blu. E butto lì uno schizzo semplice, sposando l’idea dei colori brillanti a quella della pietra grezza.

Lucio, da artista vero e umile qual’è, ascolta, rielabora e rilancia con un bozzetto che riassume e migliora tutto

ora non c’è solo un’idea, ma ci sono colori, profondità, luce e vibrazione… grande Lucio!!!

La difficoltà, come sempre, è passare del mondo inafferrabile delle idee a quello pesante e limitato della realtà concreta.
Ma talvolta capita – ed è bellissimo – che tutto vada a posto da solo, come se fosse stato già lì ad aspettare…

Adotto la mia semplice tecnica da autodidatta: compongo il tutto su un tavolo (non piccolo) e poi stendo un lenzuolo incollato…

Divido in porzioni e porto tutto al cimitero, dove avevo preparato la cornice: segue posa e asporto del telo

Il risultato mi soddisfa molto: il mosaico è semplice ma non banale

è molto colorato, molto vibrante, ci sono piastrelle, specchi, vetri, metalli, e sicuramente non è la cosa più ovvia che si poteva fare

sdr

però, grazie all’utilizzo delle pietre (per lo più luserna, ma anche bardiglio, peperino, granito, pietra serena, oltre a pezzi di gres effetto pietra al fine di avere diversi spessori) l’insieme si armonizza molto bene al contesto, alle tombe vicine, e non risulta fastidioso…

la prima idea era di mettere i pezzi a vista senza stuccatura, ma sensate considerazioni sulle possibile ghiacciate hanno consigliato di procedere ad un accurato riempimento con malta cementizia, più scura possibile per esaltare la profondità della texture

Con Moreno abbiamo lavorato nei giorni probabilmente più caldi di questa calda estate, ma – passata l’ansia da prestazione per il fatto di lavorare insieme e per un artista di spessore come Lucio – la soddisfazione per il gradimento generale (che non era affatto scontato) ci ha ripagato di ogni fatica.

sdr

I pochi tocchi di azzurro e nero che Lucio ha immaginato suggeriscono il cielo, e quindi questo “sole della vita”, pur essendo fatto di pietre e piastrelle, sembra risplendere nel buio come fosse una vetrata…

Ringrazio di cuore Lucio Diana per la stima e la fiducia, Ileana e famiglia per l’accoglienza, il marmista Daniele Valle per la grande gentilezza di aver tenuto da parte e anche opportunamente tagliato il marmo utilizzato.

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