A Genova, a pochi metri dalla chiesa di via Corsica si trova uno dei due acciottolati più belli del Novecento (l’altro è il cortile di Villa Durazzo a Santa Margherita, dello stesso periodo) disegnato da Gino Coppedè, il grande architetto liberty di castello Mackenzie,
tra il 1910 e il 1920.
Si può dire che la rigidità degli acciottolati di fine Ottocento viene sciolta: c’è una nuova ricerca di dinamismo che ricollega entrambe le opere allo stile settecentesco, anche se rimane una compostezza generale che fa pensare più al “decò” che alla sfrenatezza del liberty.
Come acciottolatore la cosa più importante da notare è la cura nella posa dei ciottoli: anche se non vi è un vero e proprio accento sulle linee degli andamenti, la precisione nell’accostamento e nella definizione dei contorni esprime ancora (e di nuovo, rispetto a poco prima) la capacità di percepire la materialità, elemento fondamentale in questa tecnica.
(parentesi polemica: più tardi succederà sempre più spesso che l’idea puramente grafica di qualcuno verrà impersonalmente realizzata da qualcun altro – entrambi con poca considerazione della sostanza e della bellezza dei singoli ciottoli e dell’atmosfera del risultato finale – fino ad arrivare verso la fine del secolo allo sciagurato utilizzo di ciottoli artificiali come se fosse uguale!!! Qui sotto confronto piazzale vecchio/piazzale nuovo del sagrato di S.Siro di Struppa: no comment.)
Tornando a cose belle, ecco i particolari di questo piccolo straordinario viale d’accesso:
Per “visitare” anche il coevo risseu di villa Durazzo, cliccate qui.