LA STORIA DEL MOSAICO DI CIOTTOLI – 4° PERIODO (riferimento: Dieter Salzmann)
A partire dal III secolo il mosaico di ciottoli (almeno secondo le testimonianze ritrovate) perde decisione: opere di Eretria , Calcide, Egeria (ca 250 a.C.) hanno perso la robusta struttura grafica dei primordi per prediligere l’imitazione della pittura
mentre si distingue per “modernità”e originalità questo grande pavimento dell’Areopago di Atene (4,5 x 2,5 mt)
mostro qui alcuni dettagli del pavimento dei bagni di Eretria perchè potrebbero essere particolari di rissêu liguri
infatti ecco: questo qui sopra è un decoro del sagrato di San Giovanni Battista di Quarto (Genova), anno 1620
Nello stesso periodo già stanno prendendo campo le cosiddette “tessere poligonali”, le antenate delle tessere classiche da mosaico:
qui siamo a Lebena (Creta – 250 a.C.)
Come si vede la figura è orami di tessere, mentre lo sfondo scuro e il fregio sono ancora di ciottoli;
ancora più spinta la trasformazione in questo mosaico del
grifone di Rodi, 200 a.C.
in cui tutto è ormai costituito da tessere (ormai per lo più quadrate) tranne le bordature nere e i tralci del fregio, che sono ancora di ciottoli
a Demetria (Tessaglia) è stato ritrovato un vasto pavimento di ciottoli scuri, all’interno del quale sono inseriti riquadri disegnati, tutti di tessere
numerosi altri sono gli esempi in cui i ciottoli costituiscono vaste campiture uniformi oppure bordi, mentre le parte decorate sono di tessere: il Salzmann le documenta, così come continua la sua analisi anche sui mosaici a tessere poligonali, ma questa tecnica e questi sviluppi appartengono a pieno titolo nella storia del mosaico a tessere, e non hanno più nulla a che vedere con le caratteristiche e con le tecniche del mosaico di ciottoli, che da questo periodo in poi continuerà a sopravvivere in varie realtà locali del Mediterraneo e dell’Asia Minore.
L’ultima grande fioritura del mosaico di ciottoli avverrà 1700 anni più tardi, nella Liguria del ‘500, ‘600, ‘700 e ‘800. E di questo ci occupiamo in tutto il resto del sito.
Luca Riggio