A Genova ci sono almeno quattro rissêu che di per sè meritano assolutamente una visita, come vere opere d’arte:
- il rissêu del cortile della Certosa di Rivarolo-1572
- il rissêu del Cortile del Santuario della Madonnetta-1732
- i rissêu del sagrato e del parlatorio della Chiesa di S.Chiara- 1654
- il rissêu del cortile del Monastero della Santissima Incarnazione
Di questi soltanto l’ultimo è in pieno centro ed è liberamente visitabile: per questo motivo è forse il più noto di tutti i rissêu della città.
Ma dove si trova questo monastero?
Non si trova più…
…si trovava ancora nei primi anni ’60 sotto Corso Carbonara, verso largo della Zecca, dove c’è ancora oggi Salita delle Monache Turchine, ed era il secondo grande convento (detto “delle Turchine di Sotto”) voluto dai Centurione all’inizio del ‘600 per questo nuovo Ordine, che contava tra le sue fila la famosa Virginia Centurione Bracelli
(le suore erano dette Turchine perchè avevano il mantello azzurro).
Negli anni 1965 e 1966 questa grande e articolata pavimentazione fu smantellata e ricostruita nel cortile di Palazzo Reale, in via Balbi, ed è il lavoro più importante eseguito da Armando Porta, considerato l’ultimo grande (e fortunato!) acciottolatore ligure.
Curioso di fare un confronto tra l’originale e la ricostruzione, sono riuscito a trovare una fotografia dell’area di ingresso
come era
e come è
si nota che ci sono stati un po’ di riempimenti bianchi impropri nella raffigurazione del terreno; per il resto gli animali e i fregi hanno mantenuto intatta la loro genuinità.
Nessun altro acciottolato ha una datazione così precisa:
23 luglio del 1739
il lavoro è posteriore di quasi un secolo rispetto al Monastero delle Clarisse, ma ne riprende completamente l’ambizione figurativa: un modo di immaginare il rissêu ben diverso sia dalla astratta decoratività del ‘700 (vedi il coevo cortile della Madonnetta) sia dai moduli ornamentali dell’800.
Il mosaico, secondo i documenti, raffigura varie costellazioni, così come erano suntuosamente concepite nel ‘600 e ‘700, tra meraviglioso e bucolico, con grande abbondanza di riferimenti esotici e con incredibile profusione di particolari inattesi.

immagine tratta da Atlas Coelestis.com
non è facile identificarle tutte: si riconoscono per certo
la Fenice e il Sagittario
il Pavone
il Leone
il Lupo
ma le Gru sono due
e la Nave sembra più una barca in una scena di pesca, con un pescatore che scola un fiasco di vino…
Costellazioni o no, c’è un riferimento – inconsapevole – alle origini del mosaico di ciottoli, con numerose scene di caccia
cane e cervo
cane e cavallo
cani e cinghiale
e altri animali non facili da identificare
quantomai “meravigliosi”- come si ricava anche dai disegni dell’epoca
l’elefante
il leopardo
e quasi per contrasto consuete scene di pace agreste
Ma non è finita: vale la pena di soffermarsi ancora su alcuni particolari davvero espressivi e graficamente indovinati
gli uccelli al fontanile, con le gocce d’acqua
il movimento della testa del cavallo
il marinaio che beve vino
il giovane suonatore
il contadino con gli asini
la coppia di uccelli sull’albero
galli e galline sotto l’albero
una piccionaia
il volto umanizzato e terrorizzato del leopardo…
e ancora molti altri oggetti e soggetti che sarà divertente scoprire al vostro sopralluogo.
il vialetto verso sud, a differenza degli altri, è composto con pietre bianche di frantoio invece che con ciottoli di spiaggia: data l’accuratezza dell’insieme presumo si tratti di un segno per determinare una porzione ricostruita (probabilmete in base a disegni o documenti) ma perduta al momento del trasloco – e sembrerebbe confermarlo la boscaglia che invade questa zona nella foto dell’originale:
Per concludere, una piccola nota personale: questo lavoro di documentazione (sia fotografica che altro, come tutto ciò che trovate nel sito di laboratoriosanluca.it) è svolto gratuitamente e per pura passione – non esitate a comunicare con me per suggerimenti, condivisioni e magari anche per… qualche proposta di lavoro!!!
Luca Riggio