Se un disegnatore ha un’idea, prende un pezzo di carta e schizza qualcosa tutte le volte che vuole.
Un pittore, se vuole fare prove, prende tavolette di legno su cui può sempre ridipingere.
Perfino uno scultore o un affrescatore possono fare provini piccoli e leggeri.
Ma col mosaico di ciottoli come si fa a sperimentare?
In pochi altri campi il materiale utilizzato, il suo posizionamento rispetto all’ambiente, la luce, le dimensioni reali e i possibili punti di vista hanno un’importanza così determinante come nelle pavimentazioni in ciottoli.
Forse solo in architettura accade lo stesso – ma si sa, architetti ed ingegneri sono spesso professionisti razionali che cercano la soluzione più economica, oppure la più funzionale, oppure la più originale. Pochi si preoccupano dell’effetto che farà vivere dentro, o davanti, o sopra le loro creazioni.
Per vedere subito il risultato reale di un’idea di pavimentazione in ciottoli- che ovviamente non sia la copia o l’elaborazione di qualcosa di già esistente, e nemmeno la semplice realizzazione di un progetto astratto – e per trasformare lo spunto di partenza a mano a mano che prende forma, colore, ombre e materia naturale, occorre avere uno spazio proprio dove rischiare, oppure essere un artista affermato a cui si dà tempo e carta bianca (come Jeffrey Bale, per intenderci: che invidia!).
In attesa della seconda situazione, e con in testa una grafica di sapore primitivo tipo questa:
in base ai ciottoli che avevo ho fatto un provino: eccolo
Questi sono i due spunti di partenza, niente di più : prima di tutto perchè, come ho detto tante volte, è il materiale utilizzato che fà il rissêu.
Secondo, avevo voglia di improvvisare – cosa che con i clienti non si può fare.
Terzo perchè, se si ha una buona mano a disegnare e si conosce la tecnica del rissêu, alla fine realizzare un soggetto o una decorazione interessante in bianco e nero è relativamente facile.
Quarto, perchè mi entusiasma partire da una semplice idea e non da un progetto compiuto: credo che questo sia il segreto degli acciottolati che trovo più vivi e interessanti.
In questo caso una parte del materiale è letteralmente eccezionale, in quanto i neri e i alcuni grigi sono ciottoli naturali recuperati e puliti – con fatica – dal materiale di risulta di una parziale demolizione di un acciottolato degli anni ’60 (in Italia, a partire in teoria dagli anni ’30 – legge sul demanio – ma in pratica dagli anni ’70, è vietato asportare materiale dalle spiagge o dai fiumi), custoditi da me con estrema cura per anni.
Partenza!
E’ straordinario utilizzare ciottoli allungati: si creano facilmente tessiture, andamenti, vortici e contorni, tutto ciò che dà vitalità e movimento ad un rissêu…
Avanti!
ed ecco l’effetto finale
ho compensato istintivamente le direzioni di forza e i colori, provando le combinazioni suggerite via via dalla forma e dall’effetto psicologico di ciò che si è venuto creando
cercando di evitare un eccesso di precisione per avere un impatto più naturale e come già “deformato dal tempo”
creando motivi complessi, anche nuovi ma sempre di sapore ligure,
oppure più semplici
– nel caso sotto ispirato al riempimento misto del sagrato di Bargone –
come si vede i rossi non sono certo diaspri, ma pezzi di mattonella – tuttavia nell’insieme acquistano senso;
i bianchi, i verdi e i grigi più tondi sono invece ciottoli di cava di fiume, quelli che usiamo regolarmente nei lavori nuovi
forse il motivo “azteco” spicca un po’ troppo nell’insieme della semplicità primitiva
ma come trattenersi dal gioco una volta iniziato?
Non so quando avrò di nuovo la possibilità di realizzare un’altra pavimentazione in libertà
ma di sicuro non potrò mai più avere a disposizione alcuni ciottoli naturali come questa volta, e questo rappresenta certamente un limite alle possibilità
soprattutto vedendo i lavori degli artigiani greci, spagnoli, albanesi e turchi, perfino americani, tutti ancora liberi di attingere alle spiagge e/o di trovare sul mercato ciottoli naturali di svariati tipi.
Ma non importa: si sa che i limiti, da che mondo è mondo, sono stati sempre uno stimolo per la creatività!
(e poi c’è chi già chi apprezza…)
Luca Riggio