Ancora negli anni ’90 il mosaico vetroso di rivestimento era una specie di brand italiano, aveva prezzi molto alti, era un prodotto di nicchia, e le tre ditte italiane detentrici del mercato avevano vita piuttosto facile; in seguito gran parte della produzione si è spostata verso est, e i costi sono lievemente scesi. Ma negli ultimi anni, come accade per moltissimi prodotti, i produttori cinesi hanno imparato a fare tutto da soli, e mentre le grandi ditte italiane offrono prodotti e disegni sempre più esclusivi per un mercato di fascia molto alta, nella fascia medio bassa si trovano sempre più spesso prodotti dignitosi a prezzi davvero bassissimi.
E’ il caso di questo mosaico, dal costo di 12€ al mq, fornito in scatole senza nessuna scritta, ma dal livello qualitativo, -sia come precisione di tessere che come precisione di incollaggio- assolutamente dignitoso.
Certo non c’è da sbizzarrirsi con le tonalità, gli effetti speciali o le miscele, si tratta per lo più di colori pieni e semplici
ma con un pizzico di creatività, con accostamenti indovinati e l’aggiunta di qualche particolare per impreziosire l’insieme, il risultato può essere davvero interessante.
In questo caso, oltre a contrapporre il prugna scuro al bianco sia tra pareti contigue che con una banda in contrasto, ho inserito tessere a specchio per dare luce e movimento – tessere facilmente ricavabili da lastre di specchio anche di recupero, purchè di 4 mm di spessore…
e ancora ho utilizzato i “brillantini” effetto iridescente in fase di stuccatura, semplicemente spalmandoli prima che lo stucco epossidico catalizzasse del tutto:
Come ultimo tocco, dato l’effetto luccicante voluto dalla cliente – che ha installato anche un lampadario a cristalli rifrangenti – ho pensato a uno specchio davvero “minimalista”, che in questo bagno altrettanto minimalista fa devvero la sua figura, nonostante la sua estrema semplicità.
E con poco più di 400 euro totali abbiamo ottenuto un bagno che non ha nulla da invidiare a modelli almeno 10 volte più costosi!!!
L’idea vi stuzzica? Fatelo anche voi, oppure… chiamatemi!