Finalmente ho un attimo di tempo per mostrare l’ultimo lavoro realizzato, insieme a Luciano Bonzini.
Un tappeto di mosaico di ciottoli ha trasformato un piccolo spazio sul retro di una villa, con pochissima luce e un grande muro umido di pietra, in un affaccio favoloso su lussi d’altri tempi…
E’ diventato un angolo magico: la grande vetrata lo fa entrare in tutto il salone, e il rumore dell’acqua lo rende vivo…
Fin da subito l’architetto ha richiesto una decorazione molto ricca, come un tappeto, e noi abbiamo pensato a intricati motivi floreali, da Sicione a Villa Durazzo, producendo questi tra altri schizzi:
uno ispirato ad una decorazione murale in centro storico a Genova, e l’altro al rissêu di Coppedè in Via Corsica.
Ma trattandosi di un tappeto Luciano ha trovato già un riferimento bell’e pronto nella Casa dei Colonnati Tuscanici di Ercolano (II sec.a.C)
E la scelta del cliente è caduta saggiamente su quest’ultimo…
Si trattava solo di tradurre il tessellatum in acciottolato, e quindi di prepararsi ad una accuratissima scelta delle pietre: se è facile ottenere infiniti cubetti di marmo 1,5 x 1,5 , non è altrettanto semplice avere a disposizione grandi quantità di ciottoli della stessa precisa misura
ma le misure del disegno, in particolare della greca, non lasciavano molta scelta!
Si parte!
ecco già steso l’impasto, eseguito lo spolvero e segnati i contorni della prima porzione
mi piace molto ripercorrere con le foto la realizzazione, spero che succeda anche a chi capita qui: è fin troppo facile vedere il lavoro finito!
abbiamo posato i neri – lascio la greca supercomandata a Luciano e a Moreno, e mi dedico serenamente ai rombi neri (o si tratta dello sfondo nero dei petali bianchi? Escher forse lo sa…)
comunque sia vanno posati entrambi, e come al solito con le pietre naturali si gode un piacere in più
e la prima giornata è finita (una buona decina di ore, l’apertura cantiere pesa sempre un po’)
ovviamente il cruccio è di non poter avere a disposizione le splendide, scurissime ofioliti ellissoidali di Vesima, come gli antichi liguri, con cui si otterrebbero preziosi andamenti concentrici… ma ce la caviamo ugualmente
…sul mercato c’è il magico impregnante che scurisce lasciando l’effetto naturale
…e alla fine la differenza di resa con le opere antiche è davvero minima.
Ora possiamo goderci il risultato, abilmente valorizzato dall’architetto paesaggista:
avete un cavedio buio da valorizzare?
siamo qui!
Meraviglioso, ho avuto la fortuna e il piacere di vedere il mosaico originale nella Casa del Colonnato Tuscanico di Ercolano.