La definizione di arte è sempre stata molto difficile da t
rovare, tanto più nei nostri tempi secolarizzati, in cui gli stili e le teorie si sono accumulati a dismisura, complicandosi con contrapposizioni ed intellettualizzazioni. Nel campo del mosaico a tessere, poi, esistono percorsi canonici che vanno a definire un mosaicista in base all’acquisizione di tecniche specifiche, nate al fine di restaurare o riprodurre i mosaici classici, ma che restano comunque la base per muoversi con padronanza in qualunque applicazione del mosaico, dalla miliardesima copia delle “colombe alla fontana” al più innovativo e spregiudicato artista contemporaneo.
Per questi motivi, sia per il mio percorso da autodidatta, sia per il mio carattere “anti-incasellamento”, non mi sento un mosaicista.
Mi piace considerare quella che è ancora la base della mia attività, la posa di mosaico industriale, come un semplice lavoro, per quanto appassionante e in buona misura anche creativo.
Per quanto riguarda gli acciottolati mi sento un artigiano, un fortunato artigiano che può maneggiare una materia originaria come le pietre e può farlo affidandosi soprattutto all’istinto, agli effetti grafici, alla percezione delle linee e degli insiemi, esattamente come poteva farlo chi ha realizzato i pavimenti di Gordion 2800 anni fa. Libero, entusiasta e meravigliosamente misconosciuto come lui. Non posso – e comunque non riuscirei – ad inserirmi in una scuola, in una tendenza, in una teoria estetica.
Qualche volta capita che mi richiedano un mosaico figurativo a tessere – così è nata la mia attività di laboratorio : anche e soprattutto in questo caso non mi sento mosaicista, cosa che mi costringerebbe a confrontarmi con tutti coloro che davvero hanno scelto questo percorso nella vita, ma un vero e proprio dilettante: faccio ciò che mi viene in mente, in piena libertà di stili, di tecniche – per lo più improvvisate – e di risultati, con l’unico obiettivo di soddisfare il committente e di divertirmi.
L’arte non so cos’è, ma è un altra cosa.
Questo ci tenevo a dire nel presentare un mosaico “non” artistico, realizzato per una mia amica, unico elemento decorativo in una splendida casa di paglia estremamente sobria ed essenziale:
Ciao Natalie! Come stai Natalie!
La richiesta, o meglio, lo spunto è stato quello di un albero.
Ho innanzitutto fatto una serie di schizzi per capire lo stile preferito, cercando di spingere disegni astratti e grafici – come piace a me – con spirali e pattern, tra Klimt e la grafica greca, tipo questo della villa Kerylos a Beaulieu:
Ma non sono piaciuti… Abbiamo scelto quindi uno stile molto più semplice, naif e colorato: considerando i materiali che ho a disposizione, cioè tessere di gres e tessere di vetro industriale, entrambe con gamma molto limitata di colori, e avendo in mente gli aceri davanti a casa, ho partorito questo “albero della vita”:
Come si intuisce lo schizzo, fatto assolutamente di getto, è stato poi modificato al computer per arrivare alle proporzioni richieste e all’equilibrio grafico dell’insieme.
E a questo punto, nei ritagli di tempo, è partita la creazione:
Si tratta, come ho detto, di tessere di gres e di vetro industriale attaccate a rovescio su carta con colla di farina. Tutte le tessere rosso vivo e bordeaux sono invece di ceramica, per cui in queste foto non si vede il colore.
L’utilizzo di tessere triangolari, tecnica molto semplice e rapida, è una mia intuizione applicata fin dai primi tavoli del 2001 – anche se sicuramente non sarò stato il primo; per attenuare l’effetto “indifferenziato” nelle superfici ampie ho inserito molte tessere intere e ho creato degli andamenti che diano vivacità e “struttura” all’insieme.
Il mosaico è stato diviso in 16 sezioni – la superficie totale è di 1 metro e 50 per 230 di altezza – in attesa di essere posato sulle pareti della doccia.
QUALCHE TEMPO DOPO…
…arriva il momento di mettere il mosaico al suo posto.
Si comincia stendendo la colla
sulla quale si stende la porzione di mosaico, ovviamente con la carta a vista
e si batte il mosaico in modo che aderisca perfettamente
A questo punto si bagna la carta, e lo si può fare subito in quanto la colla utilizzata è idrorepellente
la colla di farina si scioglie facilmente, e finalmente si può togliere la carta
finchè tutto il mosaico è libero dalla carta e pulito.
Ora è il momento, grazie al lungo tempo di apertura della colla (cioè del tempo che impiega a catalizzare e a fissarsi), per aggiustare eventuali irregolarità nel disegno o nella posizione delle tessere. Poi si passa alla stuccatura, in questo caso epossidica
e alla pulizia, con l’aiuto di uno sgrassatore
Il lavoro è compiuto.
E’ l’unico angolo di chimica in una casa tutta super naturale, ma purtroppo con l’acqua non si scherza, soprattutto se dietro ci sono argilla e paglia…
Ecco alcuni particolari